I Fornelli di Sara - 9: la reggenza delle donne val bene un salmone alla Napoletana

È con piacere e un pizzico d'orgoglio che ItaliaSapore.it torna, per la nona volta, a proporre "la penna" di Sara Leardini, cuoca per diletto. Con questa rubrica dal titolo I Fornelli di Sara si prosegue il viaggio tra alcune proposte facilissime - e parecchio gustose - da portare sulla tavola di casa. Auguriamo a tutti buona lettura e buon appetito!


Di recente mi è capitato di visitare l'antichissima città di Ravenna, i cui preziosi monumenti sono considerati dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità". 



In questo breve viaggio, accompagnata da tre amiche, ho conosciuto la storia di donne lontanissime tra loro nel tempo ma che, seppur in modi diversi, hanno segnato le loro epoche.


Dunque preparatevi! Questo sarà un viaggio tutto al femminile.


Nella sontuosa Basilica di San Vitale, dove scintillano da oltre 1500 anni, milioni di tessere d'oro, rappresentata in piedi con accanto la sua corte, ho incontrato Teodora, moglie dell'imperatore Giustiniano. 


Di origini umilissime, figlia di un guardiano di bestie nell'ippodromo di Costantinopoli e di una ballerina, Teodora era una donna intelligente, bellissima e disinibita. 



Giustiniano se ne innamorò perdutamente e la sposò. Quando lui divenne imperatore le attribuì il titolo di Augusta e i due amministrarono insieme. Fu lei a consigliarlo e sostenerlo in molte decisioni, guidando lei stessa le sorti dell'impero.


Uscita da San Vitale, sono stata accolta, sotto un cielo blu cobalto trapuntato di stelle d'oro, nel mausoleo di Galla Placidia.


Di origini nobilissime, figlia di un imperatore, quando il figlio Valentiniano III a soli sei anni salì sul trono d'Occidente, ne assunse la reggenza e, per ben dodici anni, fu la donna più potente della sua epoca. 


Ma anche dopo, quando il figlio divenne maggiorenne, continuò ad esercitare su di esso tutta al sua influenza.

La storia di queste donne mi porta a pensare a coloro che sono state considerate, nella tradizione romagnola,  le “regine del focolare” e cioè le azdore.


A dispetto di quanto taluni credono, cioè un sinonimo di “sfoglina”, vale a dire colei che fa la pasta fatta in casa, questo termine ha un significato molto più ampio. Secondo il Vocabolario Romagnolo di Libero Ercolani (dialettologo ravennate) azdora tradotto in italiano significa appunto “Reggente o Reggitrice, cioè colei che presiede al governo della casa”. 


L'azdora era il centro di tutto! Colei che dirigeva i lavori di casa, che aveva la custodia degli animali da cortile, che si occupava dei piccoli commerci come la vendita di latte, uova e ortaggi, che accudiva figli e anziani, colei che risolveva i problemi e da cui dipendeva l'armonia e il benessere familiare. Una vera e propria istituzione.


C'è da dire che le donne romagnole sono state in prima fila anche nelle lotte sociali per l'emancipazione femminile e oggi sono tantissime le imprenditrici nei settori più vari.


E adesso, che mi soffermo a guardare meglio le mie compagne di viaggio, donne tanto diverse ma anche tanto tenaci e determinate, colonne portanti delle loro rispettive famiglie, mi rallegro pensando a loro come a moderne azdore di questi nostri tempi.


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Tranci di salmone alla Napoletana


Mettete olio d'oliva, uno spicchio d'aglio e una ventina di capperi in una padella e fate rosolare qualche minuto. Aggiungete i tranci di salmone e una tazzina di vino bianco e fate cuocere da entrambi i lati. 

Poi, aggiungete dei pomodorini tagliati a metà, una manciata di olive taggiasche, sale e prezzemolo q.b. e fate andare per altri 10 minuti fino a che il salmone non sarà perfetto.

Voilà, il salmone alla Napoletana è pronto!



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