Rocche di Romagna: il marchio collettivo europeo dedicato al Sangiovese si arricchisce con le Sottozone di Coriano, San Clemente e Verucchio

Gli elementi per fare bene, almeno quelli essenziali, ci sono tutti. In primis, il marchio collettivo europeo “Rocche di Romagna”. 

Marchio che punta a identificare i Sangiovese di Romagna prodotti nelle 16 Sottozone riconosciute e approvate a livello ministeriale che passano dalle 12 della prima fase (Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, Mercato Saraceno, Longiano) alle 16 attuali con l’ingresso di Imola (in provincia di Bologna), Coriano, San Clemente e Verucchio (nel Riminese). 


A scommettere sul valore e sulla “potenza”, non solo comunicativa, delle Sottozone è il Consorzio Vini di Romagna. “L’obiettivo del marchio Rocche di Romagna - dice Ruenza Santandrea, nella sua veste di presidente - è dare impulso alla conoscenza dell’identità molteplice del Sangiovese nella nostra area e stimolare la curiosità sulle Sottozone, quelle dall’impronta fortemente territoriale”. 

Alla Santandrea fa eco il direttore Filiberto Mazzanti. A lui è toccato il compito, il 19 settembre scorso a Rocca delle Caminate, in occasione della presentazione ufficiale del marchio, di stilare il punto sull’attuale panorama enologico romagnolo. Il Romagna Sangiovese DOC nel 2021 ha conosciuto una leggera flessione, attestandosi a 11 milioni di bottiglie quando nel 2020 erano mezzo milione in più. 

“Lo stesso è accaduto per il Sangiovese di Sottozona che ha registrato un -10,5%, arrivando a 338mila bottiglie contro le 434mila precedenti. Una flessione determinata soprattutto dalla sofferenza patita dal settore Horeca a causa del Covid-19”. Tornando al progetto - (nato con l’autorizzazione del disciplinare di produzione DOC “Romagna” nel 2011) - l’idea fondante è quella di elevare la selezione territoriale e qualitativa attraverso un disciplinare più stringente - rese in vigne di massimo 9 tonnellate per ettaro e il 95% minimo di Sangiovese - affinché nel giro di qualche anno il numero delle bottiglie aumenti visibilmente “valorizzando tutto il Sangiovese di Romagna”.

Cosa dice il disciplinare di produzione rispetto alle nuove Sottozone di nostro interesse, ovvero Coriano, San Clemente e Verucchio?

Andiamo con ordine, riportando solo alcuni aspetti: il documento è piuttosto lungo e specifico.


- Enio Ottaviani a San Clemente - 


Coriano: la zona di produzione delle uve destinate ai vini a Denominazione di Origine Controllata “Romagna”, Sottozona Coriano comprende l’intero territorio del comune di Coriano, più la porzione del comune di Rimini delimitata dalle vie Sant’Aquilina, Amola, Montevecchio, Maceri, Montescudo, Tirso e Coriano.

San Clemente: la zona di produzione delle uve destinate ai vini a Denominazione di Origine Controllata “Romagna” Sottozona San Clemente è davvero ampia e comprende - da qui si può evincere la riconosciuta importanza di San Clemente quale capitale a ogni effetto del distretto enogastronomico della Valconca - l’intero comune di San Clemente insieme ai comuni di Montescudo-Monte Colombo, Misano Adriatico, San Giovanni in Marignano, Montefiore Conca, Gemmano, Morciano, Saludecio, Mondaino, Montegridolfo a esclusione delle aree a valle della Statale 16 Adriatica.

Verucchio: la zona di produzione delle uve destinate ai vini a Denominazione di Origine Controllata “Romagna” Sottozona Verucchio comprende i territori amministrativi di Verucchio, Santarcangelo, Poggio Torriana, Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello a esclusione - per quanto riguarda Rimini - delle aree a valle della Statale 16 Adriatica e la porzione delimitata dalle vie Sant’Aquilina, Amola, Montevecchio, Maceri, Montescudo, Tirso, Coriano.

Nelle tre Sottozone, la produzione massima è fissata in 9 tonnellate per ettaro con titolo alcolometrico vol. naturale minimo pari a 12,5% vol. nel caso dei “Romagna” Sangiovese Coriano e 13% vol. per il “Romagna” Sangiovese Coriano Riserva e identiche norme declinate sul “Romagna” Sangiovese San Clemente, il “Romagna” Sangiovese San Clemente Riserva, il “Romagna” Sangiovese Verucchio, il “Romagna” Sangiovese Verucchio Riserva. 

La Denominazione di Origine Controllata “Romagna” Coriano, San Clemente, Verucchio - anche Riserva - è dedicata ai vini derivati dalle uve raccolte nei vigneti che hanno, nell’ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: Sangiovese - anche Riserva - minimo il 95%. Possono poi concorrere altri vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella regione Emilia-Romagna, fino a un massimo del 5%.

Chi ha aderito finora al progetto delle Sottozone Coriano, San Clemente, Verucchio - marchio “Rocche di Romagna”?

Sfogliando le pagine virtuali del sito rocchediromagna.cartolinedallaromagna.it l’elenco dei produttori per la Sottozona di Coriano vede: Cantina dei Colli Romagnoli, Podere Vecciano, San Patrignano, Tenuta Sant’Aquilina, Tenuta Santini e Valle delle Lepri


Nella Sottozona San Clemente: Cantina Fiammetta, Enio Ottaviani, Fattoria del Piccione, Fattoria Poggio San Martino, Franco Galli e Tenuta del Monsignore.


Nella Sottozona Verucchio: Ca’ Perdicchi, Casa Vinicola Battistini, Case Marcosanti, Podere dell’Angelo, San Valentino e Tenuta Saiano.


Qual è il parere dei diretti interessati? Risponde Andrea Pasini, Fattoria del Piccione (Montescudo - Monte Colombo, Sottozona San Clemente).

 
- La Famiglia Pasini di Fattoria del Piccione - 

“È lo spronare i produttori a far sì che nei vini ‘esca’ il territorio. Ciò vuol dire andare esattamente in senso opposto all’omologazione e far emergere le singole peculiarità delle varie zone. Un aspetto fondamentale, soprattutto in Italia: Paese in cui la cultura e la biodiversità consentono di esaltare le caratteristiche di ogni città e borgo. Crediamo occorra anche un approccio molto artigianale, per non dire naturale, nel vino: non a caso la strada intrapresa da Fattoria del Piccione è ben tracciata e caratterizzante. A nostro avviso un approccio biologico/biodinamico in agricoltura aiuta tantissimo a far sentire in bottiglia quanto ‘proviene’ dai territori. Piano piano bisogna riuscire nell’intento di appassionare e contagiare gli altri attori della scena enologica romagnola e quindi dar seguito alle proprie idee; cercare di trasmettere gli stessi stimoli che muovono noi ogni giorno. Credo poi vi sia un bel messaggio dietro il marchio Rocche di Romagna: termine complessivamente più adatto rispetto alla relazione che intercorre tra i territori e i valori che essi portano in dote a livello storico e culturale. Noi di Fattoria del Piccione proporremo quale etichetta Romagna Sangiovese San Clemente il nostro ‘SanSavino’ che attualmente è un Colli di Rimini DOC Sangiovese Superiore. E vista la menzione della Colli di Rimini, penso sia doveroso aggiungere, seppur non strettamente correlato al progetto delle Sottozone, come dall’ultima vendemmia, quella del 2022, sarà possibile rivendicare la Rimini DOC: ai primi d’ottobre è arrivata la conferma, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, della modifica da Colli di Rimini DOC a Rimini DOC. Un traguardo a dir poco fantastico!”. 


Marco Valeriani


(Servizio pubblicato sul numero 49 di Geronimo Magazine - www.geronimo.news)

Commenti

Visualizzazioni totali