Frida Vasini, l'azdora di Bellaria-Igea Marina che ha conquistato la tv

di Marco Valeriani 😊 -

Conosco Frida da 40 anni. Eravamo assieme al liceo scientifico “Serpieri”, a Rimini. Io un po’ più grande. Ritrovarla a distanza di tanto tempo - chi nei panni del cronista e chi nelle vesti dell’azdora - fa un certo effetto. L’incontro, prefissato con una settimana d’anticipo, è nel giardino che dà sulla spiaggia del Blu Suite Resort, Beach & Spa a Bellaria-Igea Marina. Qui Katia Foschi, al timone della struttura da sempre, ha creato un autentico gioiello del turismo romagnolo, italiano e internazionale; oggi arricchito anche dal ristorante Alma (una bella cucina d’autore affidata a un giovane Chef siciliano). Torniamo a Frida. L’ho sbirciata in tv a “È sempre mezzogiorno”, il format battezzato e condotto da Antonella Clerici. Poi l’ho ritrovata sui Social: Instagram ultimo in ordine d’apparizione. 


- Frida Vasini e Katia Foschi - 

Sorriso che acchiappa, perennemente indaffarata; costantemente con le mani “in pasta” tra piada - bella, tonda e sontuosa -, strozzapreti e pesce dell’Adriatico: buoni da matti i sardoncini radicchio e cipolla… Da qui la curiosità di rivederla; rispolverando il passato, osservando il presente e guardando al futuro. Katia da perfetta padrona di casa ci regala un calice di bollicine ristoratrici assieme al primo tramonto sul mare del Blu Suite. 

E da quell’istante il libro dei ricordi ha viaggiato che è un piacere. Sulla direttrice Bellaria-Igea Marina-Cesena-Milano, Frida Vasini, l’azdora per eccellenza, non si è mai risparmiata; lavorando in più settori, non ultimo quello della tecnologia legata ai computer. E poi? E poi negli ultimi anni - parentesi del Covid-19 compresa, ahinoi - ha visto la luce il piccolo home restaurant “A casa dell’azdora”. Un nido casalingo il cui elemento trainante, accanto alla prevalenza di piatti a base di pesce cucinati nel solco della tradizione locale, è la capacità di Frida nel saper trasformare l’alternanza fornelli-tavola in pura, entusiasmante convivialità. 


Senza però esagerare nel numero degli ospiti raccolti attorno alla reggitrice: bisogna star bene e divertirsi, lasciando fuori dalla porta gli eccessi. 

“Un’esperienza davvero entusiasmante quella della tv - dice -; a È sempre mezzogiorno ho partecipato da ottobre 2022 a gennaio 2023. Tutti carinissimi, disponibili, attenti e molto collaborativi. Tornerò in Rai? Beh, dipende dagli autori e dalla produzione: sono loro a decidere. Al momento lavoro ad altri progetti, compresa la scuola di piadina in spiaggia per i bambini che vengono in vacanza qui e grazie all’amicizia che mi lega a Katia Foschi del Blu Suite, un vulcano di idee”. 



La piadina, anzi no, la piada, è un passepartout universale. Tutti almeno una volta nella vita l’hanno assaggiata e tutti, almeno una volta nella vita, vogliono provarci; conoscerne i segreti così da riproporla in famiglia o con gli amici. 

Frida è una Maestra senza rivali (se esiste il titolo di Chef perché non istituire un vero e proprio Albo per chi della piada ha fatto un cavallo di battaglia?, ndr). Ciò che la rende ancora più empatica - è dinamica, vivace, inesauribile - è il fatto d’essere riconosciuta e riconoscibile; vicina alla gente comune. Le persone non percepiscono in lei la professionista distante, collocata sul piedistallo che da lì impartisce “comandi” a destra e manca. È vera, autentica, genuina: un simbolo, ora pure mediatico, di cui la Riviera dovrebbe far tesoro e attraverso il quale stimolare la promozione, la testimonianza no-filter, il marketing turistico - efficace - a KM0. Frida viene da una famiglia assai rispettosa del cibo preparato : le declinazioni stravaganti e fuori contesto non le si addicono. Ricette e metodi di cottura - inclusa la bassa temperatura spacciata oggi come novità - seguono logiche di “fattualità”; regole dettate dalla contigenza e dalle conoscenze tramandate generazione dopo generazione. 


Un esempio? “I pescatori che cucinavano il brodetto a bordo delle barche utilizzavano forse il prezzemolo? E dove lo prendevano? Disponevano di olio, aglio e conserva di pomodoro (non la passata di pelati) nei tubetti perché più facile da trasportare e mantenere. Il resto lo metteva il mare”. 

Frida ascolta, non credi sia arrivato il momento di ordinare le ricette a tua disposizione? “Ci sto ragionando su. Ho parenti sparsi per l’Italia, la ricerca va iniziata da loro e arricchita con quanto già dispongo. Occorre raccogliere i materiali, sistemarli per argomento e poi vedere cosa trascrivere prima che la memoria dei più anziani si affievolisca e il patrimonio di saperi vada disperso”. Mia cara azdora faccio il tifo per te. Sarò il primo a sventolare la bandiera dell’Accademia delle Tradizioni. “Urca, bella idea: chissà che a qualcuno non venga lo schiribizzo di trasformarla in realtà”. Vogliamo provarci?

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