Chef Davide Rialti, alla guida di Palazzo di Varignana con nel cuore la nonna: "Mi ha trasmesso l'amore per la cucina"

di Marco Valeriani 😊

Prima di tutto una breve presentazione di Chef Davide Rialti.

Palazzo di Varignana, sui colli bolognesi, ha da qualche settimana presentato ufficialmente Davide Rialti, quale nuovo Executive Chef della prestigiosa struttura.



 - Davide Rialti, Executive Chef di Palazzo di Varignana - 

Classe 1986, originario di Firenze, Rialti prende le redini dell’offerta gastronomica del resort: dall’Aurevo Restaurant, dove si sperimenta una cucina contemporanea oliocentrica; alla trattoria Le Marzoline, dove va in scena la tradizione gastronomica emiliana; dal banqueting per gli eventi fino a supervisionare la riapertura del ristorante fine dining Il Palazzo, del quale è prevista l’inaugurazione nel prossimo mese di giugno. 


Dopo una vasta esperienza in ambito alberghiero in importanti catene luxury –
dal Rocco Forte Hotel Savoy a Firenze al Byblos Art Hotel Villa Amistà di Verona, dallo Sheraton di Bolzano e San Clemente Palace Kempinski a Venezia, fino al Resort Castelfalfi di Montaione – il cuoco toscano ora è approdato a Palazzo di Varignana per arricchire, con il proprio expertise internazionale, la linea gastronomica già impostata dalla squadra di Chef creativi occupati dal resort.

Chef Rialti, ora entriamo in cucina e cerchiamo di scoprire quali ingredienti preferisce “interpretare”.

Da buon toscano amo lavorare le carni e le paste fresche, i miei menù variano in base allo scorrere delle stagioni; sono molto attento alla materia prima da usare e grazie ai miei fornitori di fiducia riesco sempre a trovare il prodotto giusto.

Perché è importante scegliere prodotti che ci rappresentano?

Ogni piatto che esce dalla cucina rispetta fedelmente il mio pensiero culinario, niente è lasciato al caso. Per me è fondamentale scegliere prodotti a cui teniamo perché sono il nostro biglietto da visita nei confronti del cliente.


Un progetto a cui tiene in modo particolare?

Il progetto a cui tengo di più è quello a cui sto lavorando, lo sviluppo dell’intera offerta gastronomica dei ristoranti di Palazzo di Varignana, la riapertura del ristorante fine dining, l’ampliamento dell’importante offerta di banqueting, la valorizzazione della ristorazione dell’hotel in tutti i momenti della giornata, il private chef nelle nostre ville, in cui studierò menù ad hoc per far vivere un’esperienza di nicchia ai clienti. Il progetto è ambizioso e sono orgoglioso di essere stato scelto per mettere sul campo le mie idee.


A cosa o a chi si ispira quando è nella fase di creazione?

Mi ispiro a tutti gli insegnamenti appresi dai grandi Chef con cui ho avuto il piacere di collaborare.

A cosa non rinuncia in tavola?

Non potrei rinunciare al buon pane fatto in casa, fresco, di giornata e di diverse tipologie. Un must che propongo in tutti i miei outlet.

Piatti “sbagliati” che poi si sono rivelati un successo?

Tutti i miei piatti sono studiati attentamente prima di essere inseriti in carta.


Tre cose che la fanno indispettire in cucina?

La disorganizzazione, la superficialità, la saccenza.

Chef e pubblicità: l’approva o sarebbe meglio non cedere alla tentazione?

Approvo la pubblicità nel nostro settore. In tempi passati si conoscevano pochissimi Chef, magari si poteva apprezzare la struttura ma non chi ci lavorava. Adesso è tutto cambiato, a mio avviso in meglio, perché pubblicizzando lo Chef e il suo operato anche la struttura dove si trova ne trae vantaggio.



I ringraziamenti per l’esperienza maturata a chi vanno?

I ringraziamenti più sentiti vanno a Giorgio Schifferegger, Executive Chef al JW Marriott Venice Resort & Spa con cui ho passato ben sei anni della mia carriera professionale; accanto a lui sono cresciuto umanamente e professionalmente. Con lo Chef ho potuto lavorare in strutture di altissimo livello, dalla ristorazione gourmet, premiata dalla guide gastronomiche, alla banchettistica de luxe, ai resort con diversi outlet ristorativi. Una menzione speciale va invece a mia nonna che fin da piccolo mi ha trasmesso l’amore per la cucina e per il buon cibo.

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