Lorenzo Notararico, il bartender delle meraviglie che sogna Londra

Viene da Milano e ha fatto di Misano Adriatico la sua meta. Spigliato, dinamico, sorprende come solo i giovani dalle buone intenzioni sanno fare. 

Lorenzo Notararico, 28 anni, diplomato alla Mixology Academy di Milano, è un bartender e ha dalla sua la forza della conoscenza, muovendosi tra alambicchi e trasformazioni di piante che diventano distillati e drink miscelati a regola d'arte.



''Il mio cavallo di battaglia è il Boulevardier, dal francese ''viale alberato'', servito nei migliori locali del mondo e legato al nome del più grande barman mai esistito, Harry Mc Elhone, vissuto nella Parigi degli Anni Venti.  

“Dopo un'infusione rapida con azoto, il mio cocktail è bourbon whiskey aromatizzato al caffè. Naturalmente la personalizzazione è la mia e la ricetta è segreta (dice strizzando l’occhio, ndr). Modificare gli stati del prodotto mi fa sentire un alchimista; è un gioco di comprensione tra gli elementi e l’uomo. È un linguaggio antico che mi porta alla creazione del drink molecolare”.

Dove sta la genialità del barista?


''Oltre a dover essere professionale, direi che un bravo barman dev’essere empatico. C'è un rapporto quotidiano con le persone e se c'è qualcosa che non va se ne accorgono subito. Io ho avuto il primo approccio con questo mestiere a 16 anni e la mia crescita è stata costante perché sapevo che nella vita volevo fare questo. Per progredire ho lavorato in una società di catering e grazie a loro ho scoperto Cannes con il suo Festival del cinema: eravamo in 200  all’evento e ne conservo un ricordo splendido. Ho lavorato in attici in zona Duomo a Milano dove non erano ammesse sbavature di nessun tipo. Sono finito, con grande fortuna, a Villa Erba, una delle più importanti ville di Cernobbio, e devo ringraziare di poter avere memoria di tali momenti. Mi hanno preparato alla vita del barman prima e del bartender ora”.

Nel 2018 inizia l’avventura in Riviera di Lorenzo che sceglie Misano Adriatico; ne vede il potenziale e si affianca al padre, Massimiliano, al bar Marconi. Riscopre il Jigger, questo strumento dalla forma di clessidra, utile per dosare gli ingredienti in maniera precisa e si dà alla preparazione vintage perché un barista non può chiamarsi bartender se non ''tiene'' il bar a 360°. Caratteristica principale di questa figura? "Dominare il bancone ed essere veloce". 



Cosa ha lasciato a Milano?

''Amici, famiglia... un pezzo di cuore, però ho trovato nuovi stimoli e una seconda casa”.

Nel futuro c'è un progetto ambizioso: quello di trasferirsi a Londra, punto di arrivo per molti bartender; dove per scelta mixano cockail in ''ml'' e non in ''once'', una porta aperta sul mondo. 

Per il momento Lorenzo Notararico si esibisce anche in un'altra passione: quella della ''Latte Art'' per un cappuccino d'autore. 

Daniela Ruggeri

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