Remo Pasquini, l'artigiano del legno preferito dagli Chef

di Marco Valeriani 😉


Chi è Remo Pasquini


Abile artigiano, esperto conoscitore del mondo del legno e riconosciuto intenditore e amante del buon cibo e del buon vino, Remo Pasquini è diventato negli anni una figura di riferimento nel settore dell’arredo design per l’alta ristorazione e per la conservazione del vino. La sua passione ha trasformato il Dna aziendale che vive nelle realizzazioni e nei prodotti che progetta. 



Remo Pasquini

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Ho ereditato l’azienda da mio padre. Siamo nati nel 1957 lavorando il legno e poi ci siamo specializzati nella realizzazione di cantine su misura per privati e no, sale ristorante, taglieri, morse porta prosciutto. Sviluppiamo il tutto interpretando le esigenze della clientela e soprattutto fornendo risposte non standardizzate e che il mercato non è in grado di soddisfare. Il legno non è l’unico materiale di pregio impiegato. 


Molto dipende dal contesto in cui ci troviamo in fase di costruzione e da cosa cercano i nostri interlocutori. Da qui l’utilizzo in abbinamento di legno, ferro, rame, corian, legno e acciaio fino ad arrivare al vetro e al plexiglass. Ovviamente in alcune condizioni l’uso del legno va favorito in funzione di una maggiore adeguatezza: una cantina in legno assorbe meglio le vibrazioni del terreno e noi parliamo di vere e proprie camere di dimensioni anche ragguardevoli.

 

Dal momento della progettazione, del disegno iniziale, alla posa in opera e alla consegna chiavi in mano seguite tutto voi? 

 

Noi disponiamo di tutte le professionalità necessarie. E spiego il perché. In primis per la fiducia che ci viene accordata. Il cliente deve sapere con chi sta lavorando e noi altrettanto. In alcune situazioni ci troviamo a dover gestire patrimoni. Fiducia e riservatezza sono fondamentali. In seconda battuta, perché sappiamo parlare la stessa lingua: ho una buona conoscenza diretta dei vini. Infine, perché dallo scambio di idee e pensieri vi è un ulteriore arricchimento. Si consolidano i rapporti e si diventa amici.


La cantina più bella mai realizzata?

 

Risale a circa un anno fa per un cliente privato: un signore dalle 70 primavere; una persona stupenda, profondamente innamorato del Barolo. Ecco, questi sono i clienti che oltre a far marciare l’azienda aggiungono il valore del cuore. Un aspetto di questa professione a cui tengo e che mi piace sottolineare. È importante saper monetizzare il tempo e consentire all’impresa di camminare, ma se a ciò posso affiancare l’aspetto umano, di rapporto più profondo il risultato è ancora più premiante. Del resto, siamo un’azienda con una lunga storia imprenditoriale alle spalle e che sa come muoversi, cosa proporre, come trovare la giusta soluzione, come trasformarla nel concreto.


Il lavoro più complicato da affrontare sotto il profilo logistico?

 

A Beirut, in Libano circa 5 anni fa. Qui abbiamo realizzato una cantina sotto terra. Trasportando in loco, tramite container via mare, l’85% delle strutture già completate e poi assemblando sul posto con l’aiuto dei miei dipendenti e di manodopera libanese. Una cantina piuttosto impegnativa la ricordo altresì in Svizzera per normative e regolamenti.

 

Come contattano la vostra azienda?

 

Nella maggior parte dei casi si tratta di contatti maturati soprattutto grazie agli Chef. Poi ci sono i clienti che ci presentano ad altri potenziali clienti e l’onda si propaga. Non è solo la cantina di casa a interessare. A volte si appassionano a un mobile, a un arredo e in certe abitazioni l’arredamento non è poi così lontano dalla cucine dei ristoranti stellati. Contatti ne arrivano pure dalle nostre partecipazioni alle fiere del food o tramite il sito web. Occorre tanto impegno e tanta preparazione a monte e prima di portare a casa il risultato possono trascorrere 6 mesi come un anno e più.


Intuizioni e prodotti nati dall’esperienza e che non esistevano?

 

Una morsa per il taglio della mortadella. Non c’era sul mercato. È nata proprio qui, da noi.

 


Un’anteprima?

 

Stiamo lavorando per progettare cotture su legno: ma non chiedetemi altro. La fase di sperimentazione non è ancora completata. Un professionista della materia, un chimico del cibo, ci sta affiancando passo a passo.


Via Madonna, 306
Bovolone (Verona)

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