Orathai Bertuccioli, la Chef tailandese che vince su YouTube

di Daniela Ruggeri 😀

Minuta, sorridente, energica. Soprattutto esotica. Così come la sua cucina. Quella della quarantaquattrenne, Orathai Bertuccioli, è una cucina che prende le origini dalla metà tailandese della chef. Sapientemente mixata ad un gusto romagnol-misanese, che ricorda pure la tradizione locale.


Orathai Bertuccioli

Orathai, che significa 'sacrocuore', invece di iniziare dalla ricetta e procurarsi gli ingredienti, parte da un elemento particolare, originale e giunge al piatto finito.

Sul tavolo da lavoro vi sono i segreti, ben custoditi, tramandati dalla mamma thai. 

Oggi la Chef ha un canale youtube, ''Cucina thai con Ora'', dedicato alla sua passione culinaria. Canale seguitissimo da un pubblico eterogeneo e con età diverse, eppure unito dalla voglia di sposare più sapori nel nome di una cucina dinamica e moderna.

''Mio padre si spostava spesso da un Paese all'altro e così ha conosciuto mia mamma. Sono nata a Chantaberi, in Thailandia, e per la prima volta sono arrivata in Italia, a Misano Adriatico, all'età di due anni. Poi il ritorno in Thailandia e il ripensamento dei miei genitori. Avevo quattro anni quando si sono trasferiti qui in modo definitivo. C'è stato un momento, qualche tempo fa - all'epoca mia madre è mancata - che non riuscivo più a crearei. Ma, dato che è stata proprio lei a trasmettermi amore e rudimenti per quest'arte discreta, che non fa rumore e che esplode in una magia di profumi, mi sono detta che non potevo non renderle omaggio ritirandomi. Adesso so che mia mamma è con me tutte le volte che cucino. E so che certi ingredienti hanno un legame primordiale con le strade della Thailandia: quelle lungo le quali mia madre vendeva cibo''.



Cosa la fa felice cucinare?

''Porto in tavola la tradizione, a volte rivisitata. Però ho scoperto che mi piace tantissimo l'insegnamento. Mi fa felice lasciare agli altri qualcosa e tutti, o quasi, amano il Padthai: cioè le tagliatelle di riso con salsa tamarindo, salsa di pesce e zucchero di palma. Ne esistono varie declinazioni: con i gamberetti, i germogli di soia, le arachidi. La cucina thai è composta perlopiù di piatti unici, accompagnati sempre dal riso. Potrebbe assomigliare a quella cinese; qualche influenza esiste, però è più speziata''.

È una cucina più sana?

''Le cotture sono più veloci. È tutto saltato in padella. Le verdure non vengono lessate: le proprietà rimangono intatte. Non tutte le pietanze sono così, perché occorre considerare i fritti, l'uso del latte di cocco, che comunque è molto grasso. Ad esempio è parecchio apprezzato il pesto di curry e altre spezie che può prendere colori diversi: verde, rosso, giallo a seconda della zona di provenienza. Come condimento io cucino indifferentemente il curry massaman - un piatto del sud, di derivazione mussulmana - e il curry verde, più tipico del nord e del centro. Altri piatti sono il tom yum goon, una zuppa di gamberi agropiccante, dove acidità, dolce e piccante vanno dosati con garbo... Interessante è pure il khao pad, un riso saltato, che cambia a seconda della proteina abbinata. La cosa bella è che per cucinare questi piatti occorre rilassarsi e concentrarsi sul gusto da dare alla giornata; pensiamo alla foglia di kombava che dà un sentore agrumato. Oppure al curry panang: qui gli equilibri sono fondamentalii''.


Come se la cava con la cucina romagnola?

''Direi bene! Ho la passione per la pasta fatta in casa. Scherzi a parte, mi dedico veramente tanto alla cucina, per cui do il massimo sia in quella thai sia in quella romagnola. Studio e faccio parecchia ricerca. Devo dire, a onor del vero, che sono gelosa delle mie ricette. A volte vivo una vera battaglia interiore: Però non voglio essere egoista: desiderio far conoscere l'anima thailandese che mi porto dentro. Un po' alla volta ho iniziato a lasciarmi andare e così offro al mio pubblico una cucina suggestiva in cui mantengo le radici della tradizione orientale, con qualche incursione occidentale. Poi ho mia sorella, in Thailandia, che mi lancia sempre delle sfide e mi stimola a migliorare''.

Cosa raccontare dei dolci?

''I dolci sono particolari, perché in Thailandia come ad un piatto salato si aggiunge lo zucchero, a un dolce si aggiunge il sale; quindi potrebbero anche non piacere. Un dolce tipico è il riso glutinoso, lavorato con il latte di cocco e il mango. Hanno una consistenza gelatinosa, gommosa. Io li cucino e sono facili da mangiare per strada. Bisogna spiegare una cosa: in Thailandia in molte case la stanza della cucina non c'è, non esiste. Il cibo conviene più comprarlo che prepararlo. Nelle abitazioni tutti hanno un fornellino, alimentato dalla bombola del gas, e poi vendono fuori dalla porta la loro specialità. In un viale, come potrebbe essere quello di un centro cittadino, ogni casa vende il suo piatto particolare. E nessuno è uguale a quello del vicino. Non è povertà è cultura. Con 10 bat si acquista una bella pietanza, specie in un Paese dove 1 euro vale 60 bat''.

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