Fosso degli Angeli, "fuga d'amore" tra i magnifici vigneti di Casalduni nel Sannio beneventano

Questa volta ItaliaSapore si sposta a Sud, in Campania. Il nostro primo incontro con Marenza Pengue della cantina Fosso degli Angeli risale al Vinitaly 2022. La naturalezza, la semplicità e la competenza di questa giovane donna catturano. Da qui il desiderio di riprendere, almeno in parte, il discorso interrotto a 
Verona.


- Marenza Pengue -

di Marco Valeriani 😊

Terreni sedimentari: in alcuni prevale la componente argillosa, in altri il tufo giallo di Sant’Agata. Defogliatura precoce: specie sull’Aglianico. Coltivazione biologica: con il solo utilizzo di rame, zolfo, olio d’arancio dolce e chitosano, così da corroborare le viti e rafforzare le difese immunitarie. Raccolta delle uve interamente a mano… Che spettacolo la carta d’identità dell’azienda: anch’essa a certificazione biologica!


Marenza, Pasquale e Dina

Siamo in Campania, nella provincia di Benevento, a Casalduni: nel cuore della cantina Fosso degli Angeli. 

Proprio qui - spiega Marenza Pengue che assieme alla sorella Dina e al cognato Pasquale Giordano, tutti e tre vignaioli indipendenti, accarezzano i filari come fossero tutti figli prediletti - dove la sua famiglia ha creato un piccolo gioiello. E dove suo padre, al principiare degli anni Settanta, è stato tra i primi, nel Sannio, a ripiantare il Fiano.
 
E oggi, qual è lo stato dell’arte?

“Lavoriamo sette ettari a vigneto - dice Marenza - e dalle duemila bottiglie prodotte nel 2011, siamo passati, l’anno scorso, a tredicimila. Un deciso colpo di reni che ci permette d’affrontare il mercato con alcune etichette fortemente identitarie: Aglianico, Falanghina, Fiano, Greco, Piedirosso, Sciascinoso in purezza (meravigliosa la pronuncia di Marenza quando sillaba Sciascinoso, vitigno autoctono campano poco conosciuto)”. 


E l’Ammusciat, l’ha dimenticato?

No, assolutamente. L’Ammusciat - la cui raccolta inizia attorno alla prima metà d’agosto e che al Vinitaly 2022, il primo post pandemia Covid-19, ci ha letteralmente folgorati facendoci innamorare, ndr - è prodotto con Moscato Bianco e Falanghina è ed uno dei nostri vini le cui viti, tutte allevate a Guyot, “amano” il terreno argilloso. 

Parliamo un po’ delle caratteristiche dei vostri vini…

Non sono mai uguali all’anno precedente (sorride). Piuttosto il frutto di quanto la campagna ci dà. Non esistono vini standard. Ogni anno otteniamo un vino che ci emoziona più di un altro. Il 2015, ad esempio, è stato fantastico per l’Aglianico!.


La cantina

Che vendemmia sarà quella del 2022?


Non sarà male, l’uva è bellissima. La raccolta inizierà attorno alla metà d’agosto per il Moscato Bianco, mentre per il Fiano andremo in vigna versa la metà di settembre. A finire con il Piedirosso, agli inizi di novembre.


Cos’è la defogliatura precoce praticata sulle viti dell’Aglianico?

È una tecnica che permette di ottenere grappoli meno serrati. C’è più spazio tra i singoli acini e questo aiuta la loro maturazione contemporaneamente a un miglior accumulo di antociani e polifenoli. Il vino diventa più ricco e colorato. La resa dell’Aglianico è nell’ordine dei 50 quintali a ettaro”.



Chi si occupa della parte enologica?


Della parte enologica me ne occupo personalmente; la parte agronomica spetta invece a mio cognato Pasquale.

È un vantaggio appartenere ai vignaioli indipendenti?

Sì, è un vantaggio. Siamo un bel gruppo, una bella squadra. Credo sia un’esperienza molto positiva.

In alcuni vigneti a capofila i contadini piantano boschetti di rose: c’è una ragione precisa?

Il motivo, da noi niente boschetti, è puramente d'ordine estetico. C’è a chi piace e pensa così di monitorare in anticipo l’attacco dei funghi. Ma questa pratica in verità e solo d’abbellimento.


Ci diamo appuntamento a vendemmia ultimata?

Volentieri. Fosso degli Angeli vi aspetta.

Per saperne di più, leggere un po' di storia e apprezzare le schede dei singoli vini


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