La pizza napoletana gemella Rimini alla città ungherese di Szarvas: tutti a scuola da Rossopomodoro

La pizza napoletana gemella Rimini a Szarvas. Nove docenti della Scuola di Catering ungherese volano alla master class Rossopomodoro per apprenderne i segreti. “Il cibo è linguaggio universale: sorpresi dalla bontà dei prodotti regionali”.


Foto di gruppo e consegna degli attestati

La pizza napoletana gemella Rossopomodoro Rimini - e la Riviera - alla Scuola Catering di
Szarvas, Ungheria. Nove docenti dell’istituto professionale della cittadina ungherese - poco meno di 20mila abitanti e collocata nella provincia di Bekes - sono volati in Italia per atterrare nell’aula didattica di Rossopomodoro in occasione della speciale master class tutta dedicata alla pizza napoletana. 


“Siamo onorati dell’interesse suscitato tra i docenti della Scuola Catering. La scuola di pizza napoletana è una delle nostre attività di punta e prestigio qui a Rossopomodoro - spiega Luca Romano, proprietario, insieme alla sorella Gioia, dei locali Rossopomodoro a Rimini -. Vantiamo Maestri pizzaiuoli riconosciuti in tutt’Italia e non solo: da Ferdinando Percorco, già Vicecampione del Mondo e Campione del Mondo Pizzerie Rossopomodoro; a Cristian Tedesco, giovanissimo talento di soli 21 anni e tra i migliori protagonisti del recente Campionato Mondiale del Pizzaiuolo - Trofeo Caputo a Napoli; e, proprio nel ruolo di Maestro pizzaiuolo della Scuola, Angelo Ianniello: istruttore NIP (Nazionale Italiana Pizzaioli), anch’egli premiato al Campionato Mondiale Pizza Gourmet Gluten Free. Accanto a Ianniello nella Scuola troviamo Antonio Maimone, responsabile dei corsi; Andrea Casarella, nella veste di traduttore e prezioso collaboratore, nonché, sempre attento a ogni dettaglio dell’attività svolta in seno a Rossopomodoro, il Senior manager Carlo D’Angiò”.


Luca Romano e il capo della delegazione ungherese

Muniti di taccuini, cellulari e macchine fotografiche, i 9 docenti della Scuola Catering di Szarvas hanno seguito passo a passo gli insegnamenti impartiti da Ianniello, coadiuvato nelle prove pratiche da Mainone e Casarella, trascrivendo diligentemente gli ingredienti, le quantità e la singole fasi della lavorazione. Al termine della lezione in aula, per tutti e 9 il test del banco professionale e del forno a legna: prova superata tra gli applausi e gli immancabili spicchi di pizza fumante. E prima dei saluti, la foto di rito e la consegna degli attestati. 


“In tutti ho notato una buona manualità e la grande cura nella preparazione dell’impasto. Sempre molto attenti e curiosi ai particolari - commenta Luca Romano - si sono poi concentrati sull’assaggio delle materie prime essenziali: il pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese - Nocerino DOP; la mozzarella fiordilatte di Agerola e l’Evo DOP campano”. 


La prova al banco professionale

“Dopo l’Ungheria ripeteremo l’iniziativa con altri Paesi: anche dell’Est Europa. L’obiettivo è consolidare un percorso che sappia unire all’aspetto puramente didattico e formativo una nota di piacevolezza divulgativa: far apprezzare meglio e di più le tipicità regionali campane. La pizza napoletana è linguaggio universale. Non conosce barriere, non ha confini. È cultura e patrimonio radicato a qualunque latitudine la si degusti”.

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