I Fornelli di Sara - 6: il rito della credenza e le pizzette di melanzane

È con piacere e un pizzico d'orgoglio che ItaliaSapore.it torna, per la sesta volta, a proporre "la penna" di Sara Leardini, cuoca per diletto. Con questa rubrica dal titolo I Fornelli di Sara si prosegue il viaggio tra alcune proposte facilissime - e parecchio gustose - da portare sulla tavola di casa. Auguriamo a tutti buona lettura e buon appetito!


 
- Sara Leardini al computer per i lettori di ItaliaSapore.it - 

Mia nonna paterna, da vera romagnola, era una donna energica, sanguigna e dalla lingua sciolta. Come si usa dire, quando si ha a che fare con caratteri forti: era fatta a modo suo!

Orfana di padre prima ancora di nascere (la mia bisnonna Serafina era al settimo mese quando restò vedova), proveniva da una famiglia contadina considerata benestante, formata prevalentemente da donne. 

Lei era la più piccola di quattro sorelle. Quando si sposò, mio nonno Luigi, come da tradizione, la portò a vivere insieme alla propria famiglia d'origine, ma la convivenza durò decisamente poco. 

Di lì a breve, nonna Maria riuscì a litigare con tutti, seminando scompiglio e zizzania, e alla fine conquistò ciò che più gli stava a cuore, cioè l'indipendenza. 

Ottenne di andare a vivere in una casa tutta sua in località Macanno, nel comune di Rimini. Per la nuova abitazione, commissionò una serie di mobili per arredare le varie stanze: comò, comodini, armadi, divani, varie panche, più una madia e una credenza per la sala da pranzo.

Quest'ultima è stata ereditata da mio babbo dopo che mia nonna, nel 1989, ci ha lasciati.

Fatta con solido legno di ciliegio, una volta restaurata è stata collocata in sala, dove continua a svolgere la sua funzione da oltre ottant'anni. È il mobile sul quale mia mamma e io sistemiamo la sfilza di dolci che prepariamo per le feste.

Il mobile della credenza nasce nel Seicento, per adornare le stanze da pranzo dei nobili.

In origine era un cassone basso, su cui venivano appoggiati i piatti prima di essere serviti agli ospiti.

La sua forma nel tempo è cambiata, si è alzata e sono stati inseriti ante e cassetti dove riporre bicchieri e stoviglie. Anche oggi, sia in foggia classica, che in forme e materiali più moderni, la si utilizza per mostrare porcellane e cristalli.

Ma il suo nome così singolare deriva da un rito detto “servizio della credenza”.

Nel Seicento era frequente l'uso di veleni durante i banchetti per eliminare persone considerate nemiche. Così, per rassicurare i commensali sulla genuinità dei cibi e dunque fargli “credere” che il padrone di casa non aveva cattive intenzioni, nelle dimore dei ricchi esisteva la figura del Mastro Credenziere. 

Costui, dopo aver appoggiato tutti i cibi su questo mobile, li assaggiava alla presenza degli invitati e alla fine esclamava: “Signori, vi è stato offerto servizio di credenza”!  Solo alla fine di questo rito, il pasto poteva finalmente e serenamente iniziare.


 - Pizzette di melanzane -

Pizzette di melanzane

Preriscaldate il forno a 200° C. Prendete una melanzana e tagliatela a fette rotonde di circa 1 cm di spessore e spennellatele da entrambi i lati di olio d'oliva e un pizzico di sale. Appoggiatele su una teglia foderata con carta da forno e infornate per circa 20 minuti.
Nel frattempo tagliate dei pomodorini a pezzettini e conditeli con sale, origano e pepe. Sfornate le fette di melanzana e guarnitele con i pomodorini e una fetta di mozzarella. Quindi continuate la cottura per altri 10 minuti e sfornate.

Voilà le “pizzette” di melanzane sono pronte!

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