I Fornelli di Sara - 8: la festa dei morti tra piadina dolce e zuppa imperiale

È con piacere e un pizzico d'orgoglio che ItaliaSapore.it torna, per l'ottava volta, a proporre "la penna" di Sara Leardini, cuoca per diletto. Con questa rubrica dal titolo I Fornelli di Sara si prosegue il viaggio tra alcune proposte facilissime - e parecchio gustose - da portare sulla tavola di casa. Auguriamo a tutti buona lettura e buon appetito!


Tutti i miei avi, dalla parte di mio babbo, sono sepolti in un grazioso, piccolo cimitero, circondato da cipressi, ulivi e alberi da frutto. 

È collocato su una collina, vista mare, a pochi passi da una suggestiva chiesetta, in cui mi sono sposata, in località San Martino Monte l'Abate, nel comune di Rimini.

Periodicamente vi accompagno i miei genitori, che si prendono cura di tutte le tombe del parentado; pulendo i marmi, annaffiando le piante e portando fiori. 

Di solito lilium, gerbere, rose e mai crisantemi, perché mia mamma dice che sono fiori “troppo da morti!”.

Nelle giornate che precedono il giorno dedicato ai defunti ovvero il 2 novembre, che si celebra subito dopo la festività di Ognissanti, quel piccolo cimitero si trasforma in un luogo di ritrovo, diciamo in un piccolo club.

Si ritrovano parenti e amici che non si vedono per tutto l'anno, ma si incontrano anche persone nuove e si fa conversazione mentre si riempiono i vasi d'acqua, si sistemano i fiori e si ricordano i propri cari.

L'idea di commemorare i defunti, ovvero comunemente detta festa dei morti, deriva da un rito bizantino che si celebrava la domenica che precede di due settimane l'inizio della quaresima, poi adottato dalla Chiesa Latina e infine esteso nel XIV secolo a tutta la Chiesa Cattolica. 

Non è mai stato riconosciuto come festività civile, anche se in diverse parti d'Italia, per l'occasione, si preparano dei dolci come ad esempio a Milano e dintorni il pan dei morti, le fave dei morti marchigiane e nella mia città l'immancabile piada dei morti. 

Perché, dalle mie parti, si sa, la piada la mangiano proprio tutti!

Secondo la credenza popolare, il periodo che ruota intorno a Ognissanti e al giorno dei morti è il momento in cui il velo tra il cielo e la terra si fa particolarmente sottile e quindi l'anima dei nostri cari è in grado di passare per venirci a trovare nel mondo dei vivi. 

Per questo motivo, in  molte regioni d'Italia, ma anche in molti Paesi esteri, nella notte tra il 1° e il 2 novembre si lasciano secchi d'acqua e pane per i defunti e persino tavole imbandite, quindi si accendono lumini alle finestre per far trovare meglio la strada di casa alle anime in viaggio.

Al di là di ciò in cui ciascuno crede, che esista o meno un regno dei defunti, io penso che le persone che ci portiamo nella mente e soprattutto nel cuore non muoiano mai. 

Sarà questa l'eternità?

 
- Zuppa imperiale - 


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Zuppa imperiale

(Questa ricetta me l'ha insegnata Maria Veronesi ved. Cotti, la nonna materna di mio marito che ricordo sempre con tanto affetto)

Ricetta per 4 persone. Fare amalgamare in una ciotola 120 grammi di farina, 120 grammi di formaggio grattugiato, 120 grammi di burro fuso e 4 uova. Foderare una teglia con carta da forno e versarvi sopra il composto. Fare cuocere in forno a 180° per circa 20 minuti. Una volta raffreddato l'impasto, tagliare a piccoli cubetti gialli che verranno uniti a un bel piatto di brodo di carne.

Voilà, la zuppa è pronta!


 

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