I Fornelli di Sara - 12: come i cavoli a merenda! Fagottini di verza al forno

È con piacere e un pizzico d'orgoglio che ItaliaSapore.it torna, per la dodicesima volta, a proporre "la penna" di Sara Leardini, cuoca per diletto. Con questa rubrica dal titolo I Fornelli di Sara si prosegue il viaggio tra alcune proposte facilissime - e parecchio gustose - da portare sulla tavola di casa. Auguriamo a tutti buona lettura e buon appetito!

Questa volta vi parlo d'un ortaggio tipico della stagione, che cresce in quasi tutti i continenti e in tutti i climi: il cavolo.


I diversi modi di dire che fanno riferimento a esso, ed entrati nel gergo del linguaggio comune, come ad  esempio: Sstarci come i cavoli a merenda", "Nascere sotto un cavolo", "Non capire un cavolo" etc.. ne dimostrano la sua grande diffusione.

Le proprietà dei cavoli, coltivati fin dall'antichità, sono tantissime. Sono degli antinfiammatori e anti-raffreddore per eccellenza grazie all'alta concentrazione di Vitamina C e Zolfo. Ed è proprio quest'ultimo elemento a sprigionare in fase di cottura quell'odore sgradevole tipico dei cavoli. 

Sono un'ottima fonte di Ferro, mantengono pulite le arterie e soprattutto sono antitumorali e chemio-preventivi.

Ne esistono circa 300 varietà ma le più comuni sono: il broccolo, il cavolfiore, il cavolo cappuccio, i cavolini di Bruxelles, il cavolo nero, il cavolo romano, il cavolo verz, e svariati sono gli usi che se ne fanno in cucina come ad esempio zuppe, risotti, insalate e ripieni. Ma, quando si parla di cavoli, in particolare della verza, non posso non pensare ad un piatto della tradizione contadina lombarda: "la Cassoeula". 

Gli igredienti principali sono gli scarti della lavorazione del maiale: orecchie, coda, piedi, cotenne e costine che vengono messi a cuocere con le verze. 

Secondo la leggenda questo piatto nascerebbe nel Cinquecento a Milano nel periodo della dominazione spagnola. Un soldato spagnolo si innamorò di una giovane cuoca milanese. Un giorno la ragazza, che lavorava per una famiglia nobile, aveva ricevuto l'incarico di preparare una cena per una grande occasione ma la dispensa era vuota. Il soldato le corse in aiuto insegnandole a preparare la Cassoeula con pochi ingredienti a disposizione. Il piatto fu un successo e tra la giovane cuoca e il suo soldato scoppiò l'amore. 

La Cassoeula è anche legata alla festa di Sant'Antonio Abate, considerato il santo protettore degli animali domestici e raffigurato spesso con accanto un maiale, la cui ricorrenza cade il 17 gennaio. Questa data anticamente seganava la fine del periodo delle macellazioni dei maiali e per questo la Casseoula viene considerata il piatto della festa di Sant'Antonio.


P.S.: ho assaggiato per la prima volta questo piatto, diversi anni or sono, in occasione di uno sfavillante Natale a Milano, gioioso, affollato e con un trionfo di portate, a casa di mia cognata Marzia, preparato dal signor Amedeo Mapelli a cui va un mio caro ricordo.



Fagottini di verza al forno


Fare cuocere al vapore 8 foglie di verza e farle raffreddare. Nel contempo lessare 400 grammi di patate e poi far saltare 400 grammi di salsiccia sbriciolata con uno spicchio d'aglio. Una volta cotta la salsiccia, unire le patate e schiacciarle con una forchetta creando un composto. Volendo si può aggiungere un cucchiaio di olio e un pizzico di sale. Poi prendere le singole foglie di verza e riempirle col composto chiudendole con gli stuzzicadenti in modo da formare un fagottino. Riporre i fagottini in una teglia da forno e condire con un filo d'olio e una grattata di pepe. Cuocere per circa 20 minuti a 180°.




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