I Fornelli di Sara - 18: al Museo San Domenico di Forlì "curiosando" tra moda e arte mettendo in tavola tagliatelle al farro

È con piacere e un pizzico d'orgoglio che ItaliaSapore.it torna, per la diciottesima volta, a proporre "la penna" di Sara Leardini, cuoca per diletto. Con questa rubrica dal titolo I Fornelli di Sara si prosegue il viaggio tra alcune proposte facilissime - e parecchio gustose - da portare sulla tavola di casa. Auguriamo a tutti buona lettura e buon appetito!

Al San Domenico di Forlì,  fino al 2 Luglio, è aperta una grande mostra che mette in rapporto l'arte con la moda,  oltre 200 capolavori e 100 abiti, lungo un percorso espositivo che parte dalla Rivoluzione francese fino a giungere alla Pop Art.

L'Arte della Moda - l'età dei sogni e delle rivoluzioni 1789 -1968


La mostra si apre con un omaggio all'arte della tessitura rappresentata da una splendida tela del Tintoretto che celebra il mito di Minerva e Aracne raccontato da Ovidio ne "Le Metamorfosi".

Aracne è un'abilissima tessitrice che decide di sfidare la Dea dell'arte della tessitura, cioè Atena (Minerva per i romani), inventrice del telaio e protettrice degli artigiani. La Dea accetta la sfida e sceglie per il suo arazzo, come soggetto, la potenza degli Dei nel punire gli uomini. Aracne invece sceglie di rappresentare sulla sua tela gli Dei ridicolizzandoli. Quando Atena si rende conto che l'arazzo di Aracne deride le divinità e che è molto più bello del suo, mossa da ira e invidia, distrugge la tela di Aracne e la punisce trasformandola in un ragno, condannandola così a tessere e filare per l'eternità.

A questo punto inizia il percorso espositivo, attraverso una passeggiata nella storia dell'Europa lunga tre secoli, con relativi cambiamenti politici, sociali riguardanti anche il costume e naturalmente l'abbigliamento. 

Si parte da un'icona come la regina Maria Antonietta, il cui stile rococò era caratterizzato da stravaganze, decorazioni, lusso e da abiti di grandi dimensioni: difatti le gonne erano larghe almeno un metro (vedi il vestito di Dior by John Galliano dedicato alla regina Maria Antonietta). 


Dopo la Rivoluzione francese le donne cominciano a indossare abiti più sobri,  tessuti leggeri di mussolina, con fatture che ricordano le tuniche classiche, caratterizzati da vita alta, scollatura quadrata, maniche corte e a palloncino, denominati appunto a Stile Impero (vedi foto di Giuseppina di Beauharnais prima moglie di Napoleone I).


Con il Romanticismo tornano di moda i tessuti pesanti e rigidi come i broccati e l'abbigliamento delle donne è caratterizzato da ampie maniche sopra ampie gonne a cono e vita strettissima ottenuta attraverso l'uso dei corsetti. Una sezione della mostra è dedicata all'Unità d'Italia e al Risorgimento, in particolare in Sicilia dove al centro di una sala, sul cui sfondo vengono proiettate le immagini del film di Luchino Visconti "Il Gattopardo", primeggia uno splendido vestito bianco d'epoca in mussola di cotone (vedi foto).


Salendo lo scalone, che porta alle sale superiodi del museo, si possono ammirare le opere dell'artista ferrarese Giovanni Boldini, considerato uno degli interpreti più sensibili e fantasiosi della Belle Epoque. Tra i quadri in esposizione, un dipinto della contessa Luisa Casati, ritratta con piume di pavone, e la divina Eleonora Duse, entrambe amanti di Gabriele D'Annunzio. Però, mentre la prima spezzò il cuore del Vate, la seconda ne fu sopraffatta.

Nel primo Novecento molti artisti si dedicano all'arte della moda: uno su tutti, che ha fatto la storia della Secessione Viennese, è Gustav Klimt che disegna modelli ispirati alla tradizione greca ed egizia. I vestiti disegnati da Klimt sono vicini al gusto dei suoi quadri scandalosi e ricchi di simbolismi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il settore tessile e l'abbigliamento vedono la nascita di importanti enti a sostegno del medesimo. Il 22 Luglio 1952 si inaugura a Palazzo Pitti, a Firenze, il primo Italian Hight Fashion Show che apre le porte alla diffusione della raffinatezza e della creatività dei modelli italiani nel mondo: il fenomeno chiamato Made in Italy.

E se nel passato gli artisti hanno rappresentato con le loro arti la moda ora sono gli stilisti che realizzano abiti come fossero opere d'arte: vedi Capucci, Valentino, Armani, Balestra, Gucci, Versace, Ferrè, soltanto per citarne qualcuno, in un trionfo di paillettes, strass, perline, ricami, plissè, tessuti di seta, taffetà, georgette e chiffon.

Tagliatelle al farro con funghi porcini, zafferano e panna



Fate reidratare i funghi porcini secchi in mezzo litro d'acqua calda per circa un'ora e poi lavateli bene. L'acqua impiegata per far rinvenire i funghi va filtrata così da togliere le impurità e utilizzata nel cuocerli. A questo punto mettete a bollire, in una pentola, l'acqua salata a piacimento per preparare le tagliatelle. Nel frattempo mettete in un tegame i funghi con prezzemolo, aglio, sale e pepe aggiungendo l'acqua precedentemente filtrata. In ultimo unire lo zafferano e la panna. Portata la pentola all'ebollizione calate le tagliatelle al farro (io ho scelto quelle dell'azienda agricola Farroteca Monterosso che si trova in provincia di Pesaro/Urbino) e una volta scolate mantecare con i funghi, lo zafferano e la panna. Servitele con una spolverata di Parmigiano Reggiano grattugiato. 



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