Moio Lab, l'officina del gelato sensoriale incanta Milano Marittima
di Milena Renzi 😍 -
Sono seduta su di una comoda poltrona Frau, nel laboratorio del “pensierificio” YouMay Home di Riccione. Oggi c’è un sole allo Zenit e le genti dalle gambe frettolose, scivolano dentro il supermercato, con la velocità della luce, quasi incuranti del bello.
Tutto scorre così velocemente e io non comprendo come le persone non tengano in tasca un caleidoscopio. Sì uno di quei “bagaglietti” con dentro tanti specchi di vetro colorato; quello che se ruoti tenendolo appiccicato all’occhio, in direzione della luce, ti permette di vedere figure coloratissime, nuove e piene di gioia.
Poi la mente mi finisce a forza in una frase di Amal El-Mohtar e mi scappa un sorriso: ho trovato la combinazione giusta di colore e forma!
“Ci sono problemi che solo un caffè e un gelato possono risolvere".
“Mi, è arrivato Simone del Moio Lab di Milano Marittima, puoi intervistarlo”.
Elena Parolin della YouMayHome è sempre scompigliata: con quei riccioli biondi tenuti a bada solo dall’estro. Sempre di corsa, è una sciabola laser, dove passa lascia il segno YouMay, e si vede. Si vede anche senza la sua presenza fisica. Queste stanze, qui nella Perla Verde, sono come una fucina artistica. Passano svariati personaggi, ognuno di loro con una sfumatura; con un'idea geniale, con un vetrino colorato da aggiungere al grande caleidoscopio. Di qui passa l’arredatore, il profumiere, il mercante di spezie e stoffe. Qui passa il giornalista, lo scrittore, il giocoliere del gusto. A quel banco del tè si fermano e si conoscono artisti completi e unici. Oggi davanti al mio, rigorosamente nero con una aggiunta di latte in stile british, incontro Simone.
“Simone e io, noi insomma, avevamo pensato a una collaborazione sensoriale: unire il cibo, il gusto, il buono, durante le presentazioni delle nostre case. Che ne pensi Mi?".
Non voglio pensare (ma questo non lo dico): voglio sentire. Ho bisogno di sentire. Anche in questo caso non voglio contaminazioni. Sorseggio il mio tè nero ancora troppo bollente.
Simone è un ragazzo con due occhioni scuri, attenti e serafici. Barba in stile “oggi non ho tempo, penso ad altro, tipo a rendere migliore la vostra giornata”, aria da artista. Potrebbe fare il poeta, lo scrittore, il doppiatore.
Assieme a lui una ragazza dai capelli scuri, tanti capelli arruffati, una treccina stile “adoro l’India” un sorriso aperto sul mondo, pelle di luna e un'energia da dispensare a piè mani.
In braccio un piccolo piccolissimo bimbo, l’intreccio di entrambi. Lei allatta e io mi commuovo per la naturalezza e la bellezza della vita, in costante movimento. Mi commuovo come innanzi alla maternità del Masaccio. Il tè si è raffreddato e comincio la mia intervista.
Inizio con una frase apparentemente banale (ma va tu a rispondere)!
Chi è Simone? Come nasce Moio Lab?
(Credevo di averlo messo in difficoltà, pur non essendo intenzionale, invece questo giovane uomo mi spiazza).
“Eh Simone! Simone... Sai le connessioni? Ne avevo sentito parlare in una puntata di Super Quark e la voce del narratore mi era entrata come un loop dentro ogni cellula. Sai le vibrazioni, le connessioni. Se tu sei felice e fai le cose divertendoti, anche le cose che fai vengono permeate di felicità. È come un circolo: amore, felicità genera amore e felicità in ogni cosa che fai".
D’accordo, ma come si passa da una puntata di Super Quark a un laboratorio artigianale di gelato e crepes a Milano Marittima che vanta migliaia di recensioni su ogni portale?
Ride, si sposta leggermente e mi guarda dritto negli occhi. Questa volta sono io ad abbassarli (forse sono stata inopportuna, la mia è parsa più una sfida che una domanda! (Come diavolo ha fatto?).
“Dal 2008 abbiamo creato l’attività, poi nel 2018 abbiamo resettato e ricostruito il laboratorio, la compagine, le idee, una rivoluzione interiore. Abbiamo iniziato -durante la produzione del gelato - a diffondere della musica nel laboratorio, dei suoni 432 Hertz e non solo. E in quella settimana (utilizzando queste musiche e suoni) ci sono arrivate centinaia di recensioni positive: Tripadvisor, Google, Facebook, tutti 5 stelle, persone che ci hanno comunicato la loro felicità su di un fazzolettino seduti al bar.
Una ragazza si avvicinò al banco e ci disse: “Voi non vendete semplicemente gelato, voi vendete felicità” questo ci ripaga di tutto il sacrificio e ci instilla la giusta fiducia per continuar. Poi...“Ci siamo sentiti coccolati, come essere a casa da una nonna, quella che non ti sgrida”. Bellissimo, la nonna che vizia e non sgrida. Ottima immagine. Un altro pezzo di vetro colorato per il caleidoscopio!).
Quindi Simone, hai notato un upgrade durante quel periodo utilizzando quelle frequenze, le hai applicate anche fuori dal laboratorio?
“Sì, sì e ti dirò di più. Abbiamo uno spazio esterno, un posto dedicato alla cura sensoriale. Il cliente, anche se non mi piace definirlo così, si siede e noi ce ne prendiamo cura, con una buona musica, un profumo di casa, una luce calda e le nostre coccole, ovvero il nostro gelato, le nostre crepes, le nostre creazioni e poi il sorriso costante, la gentilezza che tanti hanno dimenticato; quelle attenzioni che non tutti concedono".
Quindi è un luogo magico!
Resto incantata dall’entusiasmo di questa giovane coppia, quando con un sorriso mi raccontano di bimbi ormai grandi, cresciuti sulle panchine del MoioLab di Milano Marittima. La seconda generazione! Un luogo in cui i ragazzi, le famiglie si ritrovano per ore a chiacchierare, ad ascoltare musica, a parlare di letteratura e sogni.
Non è la classica gelateria del “dammi un gelato al pistacchio e fa veloce che c’ho da fare”. È lo Shangri-la del gusto, del relax e dell’amore. Ora mi arriva. Mi arriva attraverso lo sguardo amorevole di Elisa Tirendi sua compagna di vita.
“Abbiamo deciso d'improntare il nostro Moio Lab nel 2018 precursori dello stile YouMayHome, un luogo in cui non ci fosse solo una vendita di prodotto, in questo caso un semplice gelato, ma abbiamo puntato il focus sulla cura dell’ospite. In base alla giornata proponiamo un tipo di musica in filodiffusione, un profumo, un gelato, delle candele di certi colori sui tavolini".
Chi ha ispirato Simone ed Elisa? Dev’esserci per forza chi ha dato impulso a questa filosofia aziendale!
“Una volta, lessi un articolo di un noto ricercatore giapponese: formalizzò un postulato sull’efficacia delle parole amorevoli applicate in cucina…
Sì ne ho sentito parlare, dell’esperimento di Masaru Emoto, sulla memoria dell’acqua e sulla potenzialità delle parole amorevoli...
"Proprio così. Il ricercatore prese due ciotole identiche e vi versò del riso e dell’acqua. Su di una ciotola scrisse parole di gratitudine, amore, felicità, mentre sull’altra l’opposto, ovvero parole rabbiose, di odio, di malcontento. Dopo alcuni giorni il suo postulato venne confermato: ovvero la ciotola di riso “trattata con amore” germogliò, mentre l’altra venne ritrovata in stato di decomposizione".
Anche Moio Lab opera in questi termini con i propri prodotti?
“Assolutamente sì, abbiamo, come sai, l’obbligo della conservazione delle paste di gelato, dei prodotti, in modo rigoroso, ma oltre alla normale etichetta prevista per legge, noi scriviamo anche parole di gratitudine, amore, riconoscenza, prosperità".
Avete dei collaboratori in questa grande e bella famiglia? Dev’essere divertente lavorare con voi, in un ambiente così ergonomico, così delicato e pieno di energia. Ecco spiegato il motivo del sorriso!
“Già, da noi non si è mai tristi! Se dovesse capitare per caso una giornata storta, tutti gli altri del Moio Lab si adoperano a risollevare il morale. Come la nostra filosofia iniziale e sempre costante. Se dai amore, ricevi amore e puoi donarlo".
Simone ed Elisa hanno questi occhi ipnotici, così lucenti, che io mi farei prescrivere dal medico una settimana nel loro lab: a farmi coccolare, ad ascoltare musica, a parlare con le famiglie, anche del tempo, pur di sentire la voce melodica di chi ha compreso che “prendersi del tempo in questo marasma colorato è un balsamo per l’anima… Mi sono abbandonata a questo pensiero e accenno a un sorriso trasognato.
“Sai una cosa Mi, noi abbiamo cura anche dei nostri collaboratori; fanno parte della famiglia MioLab. Per ognuno di loro abbiamo piantato un rametto di bamboo e lo guardiamo crescere, prendendocene cura, sul vasetto vi è scritto il proprio nome. Cresciamo assieme, in armonia e dando cura e amore all’altro".
Ora incalzo, con la domanda scomoda!
Sfatiamo questo assioma. Il cliente ha sempre ragione?
Ridono e rispondiamo all’unisono: “Assolutamente no!”
“È capitato svariate volte che alcuni ragazzini arrivassero in “bottega” con assoluta fretta, con quel piglio tipico adolescenziale, (acneico in movimento direi io) e si rivolgesse al banco al suon di: “Oh fammi un gelato”. In quel caso l’abbiamo invitato a riprovarci! Gli abbiamo dato modo di recuperare e di provare una seconda volta, utilizzando frasi gentili! Ha funzionato!
Ah, quindi anche educatori!
“Sì, la seconda prova è stata superata con entusiasmo! Ora questo ragazzino torna quasi tutti i giorni, resta seduto a parlare con noi, si prende il suo gusto preferito si legge una pagina di un libro, ascolta la musica, resta ad osservare le genti. È un appuntamento fisso, tanto che a non vederlo proviamo preoccupazione quasi genitoriale!”
Questo ragazzo ritrovato mi desta curiosità ed empatia, voglio sapere di più.
Che gusto sceglie? Cosa gli piace?
Simone ed Elisa si guardano, e rispondono: “Gelato black” Sì avete capito bene, hanno risposto come risponderebbe qualsiasi genitore attento alla domanda “tuo figlio preferisce la carbonara o la pizza?”.
Lo hanno adottato a distanza in pratica, Moio Lab fa anche questo!
Com’è questo gusto totalmente nero? Raccontatemi.
"È una nostra rivisitazione: in realtà una cosa simile era già sui banchi di alcuni laboratori. Questo gusto tutto nero è la combinazione di latte di cocco, carbone vegetale, cioccolato fondente! Un gusto che va per la maggiore in estate e poi ai giovani piace essere misteriosi anche nella scelta di un gelato!".
Le materie prime dove le reperite, avete un prodotto d’eccellenza?
“Sicuramente il pistacchio di Bronte, paese di origine della famiglia di Elisa, coltivano tuttora i pistacchi con una dedizione maniacale. Noi cerchiamo di valorizzarne al meglio la fragranza, rispettando il prodotto e la provenienza.”
Siete aperti solo nel periodo estivo?
“Principalmente sì. Poi in inverno, comunque, il laboratorio è a disposizione per ordini su prenotazione per altre gelaterie, alberghi e ristoranti".
Come intendete intrecciare le trame con la YouMay Home di Riccione?
“Conosciamo Elena Parolin da tanto tempo Restammo folgorati da una sua recensione “La gelateria con l’anima di casa”. Elena in due semplici righe aveva compreso appieno il nostro entusiasmo, la nostra idea di laboratorio e siamo rimasti affascinati da lei e dal modus operandi dello staff YouMay. Un approccio innovativo, emozionale, per questo motivo vorremmo creare eventi assieme, unendo queste sinergie sensoriali (tutti i sensi attivi, volti al benessere della persona). In questo caso creare emozioni, anche durante una visita importante come quella che si organizza per la vendita o l’acquisto di una casa".
Sicuramente da questa unione nascerà un gusto novo, come un alchimista mescolerà le diverse soluzioni per dare vita e nome ad un prodotto! Quindi come sarà questo nuovo gelato?
“Saranno gusti unici, dedicati ad esempio: gelato con infuso di cannella, cardamomo variegato con semi di zucca avvolti in miele di acacia. Questo è un piccolo test secretato unico nel suo genere, pensato da Moio Lab per YouMay Home!
Ora sono curiosa! E il nome?
"Ancora non possiamo annunciarlo! Possiamo solo dire che sarà la cosa più emozionante, l’esperienza più gratificante che il palato, la vista, il gusto, l’olfatto e anche il tatto avranno mai incontrato!".
Mi sono accorta di aver esaurito il tempo e lo comunico con una certa dolenza. Sarei rimasta giorni a parlare con questi due artisti, con questi alchimisti che mescolano gusti, passione, un pizzico di ironia, amore e sapienza, per poi dare forma conica a un gusto che renderà felice una persona. Ma il tempo mi strattona come un grande elastico incollato alla schiena e mi richiama a forza ai miei impegni medicali. Vi posso garantire che quel giorno in cui li incontrai in quelle stanze magiche della YoumayHome, io non provai paura per ciò che avrei dovuto affrontare dopo. Solo amore e gratitudine e un sorriso stampato sul viso. Come quel piccolo bimbo dal sorriso sdentato e dalle gote al profumo di latte e mamma.
Avevo vinto un caleidoscopio magico, con tutte le combinazioni più belle.
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