Vini Low Histamines, il nostro "incontro" con l'esperto internazionale Sebastiano Ramello

di Antonio Brescia 😊 -

Ho il piacere di presentarvi Sebastiano Ramello, piemontese, esattamente della provincia di Cuneo, dal 2008 consulente internazionale e esperto di vini italiani. Sebastiano da anni promuove le principali Doc e Docg, territori e aziende vinicole italiane nei più importanti mercati mondiali. Proprio questa sua attività l’ho ha portato anni fa, tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 a dare vita alla prima ricerca al mondo sulla intolleranza alimentare dedicata al vino, dando vita alla  Low Histamines, www.lowhistamines.com , un brand che seleziona e garantisce vini con contenuto di istamine al disotto dello 0,5mg/litro, vini che a detta di diversi medici e nutrizionisti possono anche essere suggeriti a sensibili ai vini e intolleranti alimentari alle istamine. 
Di tutto questo Sebastiano c’è ne parlerà nell’articolo che segue estrapolato da una bella conversazione avvenuta con lui qualche giorno fa.



- Sebastiano Ramello - 

Sebastiano, come è nata questa tua ricerca?

“È nata un po’ per caso, come hai ben anticipato sono un professionista nel settore vino, da anni promuovo aziende vinicole nei principali mercati mondiali con lo scopo di aprire nuovi sbocchi commerciali ma la mia passione mi ha portato spesso anche a collaborare con riviste e media internazionali. Questo lavoro ha fatto sì che ricevo spesso campionature di vini, per lo più di media e alta qualità, da parte di aziende interessate ad essere recensite o entrare a far parte delle mie selezioni. I vini vengono degustati da me e dal mio staff e quello che rimane nella bottiglia spesso consumato in famiglia. Ogni volta che mia madre beveva anche solo un quarto di vino, specialmente rosso, parliamo di vini di buona qualità, percepiva controindicazioni come emicranie, mal di testa e a volte leggere dermatiti, in famiglia l’abbiamo spinta a far delle analisi scoprendo che soffre di istaminosi, semplicemente una intolleranza alimentare alle istamine. La prima cosa che il medico gli ha tolto dalla dieta è stato il vino.

La cosa mi ha incuriosito non poco, così che ho iniziato a parlarne nei principali salotti del vino mondiali scoprendo che in alcune università, scuole di enologia si discuteva già il rapporto tra le istamine, intolleranza alimentare e vino. Inoltre scopro che alcuni paesi europei tra cui Germania, Olanda e Svizzera già consigliavano di acquistare vini con basso contenuto di istamine. A questo punto ho fatto una prima ricerca per comprendere il valore medio di istamine all’interno dei vini e ho scoperto che i vini rossi hanno un contenuto maggiore di istamine dei bianchi, e che il livello medio di istamine in un vino rosso di qualità varia dai 5 ai 20 mg/l, alcuni vini possono raggiungere anche i 100mg/l. Secondo step è stato quello di analizzare a campione vini di diverse denominazioni su tutto il territorio italiano, ricerca che mi ha portato a scoprire un Dolcetto D’Alba del territorio della Langa prodotto da una cantina a conduzione famigliare con un contenuto di istamine inferiore alla media cosi che, l’enologo della cantina affascinato da questa mia ricerca decide di entrare a far parte di questo mio progetto come consulente enologo Low Histamines e insieme cominciamo a far esperimenti e studiare sia in vigna che in cantina come poter ottenere un vino con un contenuto di istamine inferiore a 0,5mg/litro”.



Affascinante, le più grandi ricerche e scoperte sono sempre nate per caso. Chi era l’enologo che ti ha seguito in questa ricerca? E come sei arrivato a stabilire il valore minimo di 0,5mg/litro nei vini Low Histamines?

“L’enologo consulente Low Histamines era Osvaldo Veglio, enologo piemontese del territorio della Langa. 
Con l’aiuto di medici, nutrizionisti, in particolar modo con la collaborazione del dott. Eugenio Franzero, noto chirurgo, dietologo e nutrizionista esperto di intolleranze alimentari sono riuscito a testare i primi vini denominati Low Histamines su persone intolleranti alle istamine in diversi Paesi mondiali riscontrando che sotto il livello di 0,5mg/l di istamine il 90, 95% di chi soffre di queste condizioni bere un vino Low Histamines confronto a un vino normale non creava controindicazioni e per molti di essi comunque, sempre si intende accompagnato con una giusta dieta a basso contenuto di istamine, il problema diminuiva di molto. Così dopo questi test ho deciso di fissare il livello di istamine, per un vino Low Histamines, al disotto dello 0,5mg/litro”.



L’idea di creare un brand di garanzia come ti è venuta?

“In realtà si tratta di un brand di autocertificazione che seleziona e garantisce vini con contenuto di istamine al disotto dello 0,5mg/litro. L’idea mi è venuta subito pochi anni dopo che ho dato vita alla ricerca in quanto avevo bisogno di un qualche cosa, di un logo che riconoscesse il mio lavoro e i vini con queste specifiche caratteristiche, in modo da poterlo comunicare al consumatore finale”.

Esistono altri progetti nel mondo simili al tuo? Aziende che hanno iniziato a produrre vini con caratteristiche simili alla Low Histamines?

“Si ci sono alcune aziende vinicole in USA, Australia, Germania, Spagna che già producono vini dichiarati a basso contenuto di istamine, ma in realtà basso contenuto di istamine non vuol dire niente se dietro non c’è una ricerca che fissa un valore minimo. Anche alcune Università hanno iniziato a studiare come contenere le istamine nel vino. La Low Histamines è stata la prima al mondo a fissare un valore minimo, questo fa una grande differenza”.




Ho saputo che hai avuto anche collaborazioni con Università e alcuni studenti hanno portato come tesi di laurea la tua o parte della tua ricerca?

“Si è vero, inizialmente sono stato contattato da una Università australiana con la quale ci sono stati reciproci scambi di ricerca e conoscenze, nel 2017 la mia ricerca e la Low Histamines è stata patrocinata dall’Università Sapienza di Roma. Anni fa un giovane, oggi enologo piemontese, ha portato questa ricerca come tesi di laurea alla Scuola di Enologia di Alba e qualche settimana fa sono stato contattato e intervistato da uno studente austriaco che sta portando come tesi di laurea il vino e l’intolleranza alimentare alle istamine come nuovo mercato mondiale.”



In quali mercati mondiali siete già riusciti ad esportare e inserire i vini Low Histamines? E dove secondo te c’è più attenzione verso questa tipologia di vino da parte del consumatore finale?

“Negli anni, grazie a una forte promozione i primi vini denominati Low Histamines sono stati inseriti in Nord America, Stati Unititi e Quebec in Canada; Germania; Inghilterra; Olanda; Norvegia; Australia; Cina; ultimamente in India dove proprio in questi giorni da uno dei nostri importatori ho saputo che sono molto ben apprezzati; e in alcuni ristorante e enoteca italiane. Purtroppo l’avvenuta della pandemia ci ha rallentato e su alcuni mercati dove stavamo per entrare sono stato fermato momentaneamente.
Ogni settimana, attraverso l’email della Low Histamines: info@lowhistamines.com ricevo richieste da parte di consumatori e amanti del vino un po’ da tutto il Mondo, principalmente però dal Nord America, Inghilterra e Germania. Penso che in qualche modo questi siano i paesi più attenti a vini con queste caratteristiche. Anni fa questa mia ricerca e la Low Histamines avevano attirato l’attenzione anche da parte del Governo cinese”.

Riguardo la potenzialità di mercato cosa ci sai dire?

“Penso che la Low Histamines sia la più grande rivoluzione del vino di questi almeno ultimi trenta anni, fino ad ora nessuno aveva pensato alla intolleranza alimentare legata al vino, ma bisogna fare qualche passo in dietro in modo da tornare a comprendere l’originalità del vino, il vino è un alimento, classificato come alimento liquido per questo motivo rientra come tutti gli altri alimenti nelle intolleranze alimentari.
Oggi i consumatori sono sempre più attenti alla natura del prodotto che assumono, specialmente alle intolleranze e allergie, il vino rosso in rapporto al consumo che se ne fa è l’alimento con il più alto contenuto di istamine. Molti, se non ormai quasi tutti, i ristoranti di media e alta categoria hanno un menù dedicato agli intolleranti alimentari ma fino ad ora non c’era il vino, stessa cosa i supermercati hanno scaffali se non reparti dedicati agli intolleranti alimentari ma fino ad ora non c’era il vino. Queste poche righe possono far comprendere con semplicità le potenzialità di mercato di un vino Low Histamines”.




Ho letto ricercando su Google che negli anni molti media di settore, riviste e programmi televisivi hanno parlato di questa tua ricerca?

“Si ha attirato l’attenzione di molti media internazionali, tra cui anche la più importante TV di economia al mondo il The Wall Street Journal ma anche Rete 4, La7, Eat Parade su RAI2, e moltissime guide e riviste nazionali e internazionali tra cui alcune anche di salute come Vero Salute”.



Ci sono stati costi per poter ottenere vini Low Histamines e portare avanti questa ricerca?

“Si e non pochi, soprattutto inizialmente nei primi anni dove sono state fatte molti esperimenti in cantina. Erano state dedicate sezioni intere della cantina come anche cisterne di vinificazione a esclusivo utilizzo della Low Histamines. Grazie a questo lavoro e importanti investimenti oggi sappiamo come controllare le muffe che producono le istamine durante le fermentazioni e così far sì di ottenere un vino con contenuto di istamine inferiore a 0,5mg/litro”.

Per le aziende vinicole che fossero interessate a produrre vini denominati Low Histamines cosa consigli di fare e quali costi aggiuntivi vanno incontro?

“Suggerisco come prima cosa di contattarmi, insieme possiamo selezionare uno o più vini che secondo la mia ricerca possono essere più adatti ad ottenere questi valori. Consiglio esclusivamente vini vinificati in acciaio in quanto ho scoperto che i vini vinificati in cemento o legno hanno valori di istamine più alti e non sono facili da controllare le muffe che producono le istamine. Comunque ci stiamo lavorando sopra. 
A questo punto i vini vanno analizzati presso un laboratorio riconosciuto dal Governo italiano in modo da capire il valore delle istamine (le istamine nei vini sono molte: cadaverina, putracina ecc…) se il valore è sotto la media (5 mg/l) ci si può lavorare sopra. Nel caso i vini siano già, senza lavorazione aggiunta, con un valore di istamine al disotto dello 0,5mg/l potranno automaticamente rientrare nella selezione e ottenere il marchio di garanzia Low Histamines. Non ci sono grossi costi aggiuntivi. I costi stanno nelle analisi e principalmente nel tempo che ci va dedicato per ottenere questo vino. Altra cosa importante e avere delle uve sane. Comunque nel sito internet della Low Histamines si possono trovare tutte le informazioni”.




Al momento quali sono le aziende vinicole che producono vini Low Histamines?

“La prima azienda vinicola ad aver prodotto vini Low Histamines è stata una azienda a conduzione famigliare della Langa, Piemonte, Veglio Michelino & Figlio, dove lo stesso proprietario era entrato a far parte della Low Histamines come consulente enologo ma purtroppo in queste ultime settimane ha dovuto bloccare la produzione in quanto l’azienda vinicola è in vendita a un gruppo che ha intenzioni differenti. 
Negli ultimi mesi ho dato inizio a una collaborazione con una storica azienda vinicola della Lombardia, Bresciano, che ha alcuni vini di ottima qualità con contenuto di istamine inferiore allo 0,5mg/litro, un vino rosso e uno rosato 100% Marzemino e un bianco 100% Chardonnay. Ho scoperto che se ben lavorata l’uva Marzemino vinificata può ottenere un vino con contenuto di istamine molto basse. In questi prossimi giorni riceveranno la documentazione e la denominazione, attraverso il brand di garanzia, Low Histamines e prestissimo saranno in commercio. Sono anche in discussione con altre aziende vinicole italiane e alcune estere che mi hanno contattato negli ultimi mesi”.

Come fa il consumatore finale a riconoscere un vino Low Histamines?

“Li riconosce dal brand di garanzia Low Histamines (Una medaglia) posta sul fronte della bottiglia sopra o sotto l’etichetta della azienda vinicola; dalla capsula arancione, in quanto fin dall’inizio ho voluto dare un colore alla ricerca e il colore più appropriato grazie al suo senso di trasmissibilità di pace, armonia e serenità è l’arancione; dalla medaglia Wine Selection Sebastiano Ramello posta sulla capsula; da una etichetta a collare con i dati, sito internet e brand Low Histamines. Inoltre nella retro etichetta, insieme agli altri dati del vino si trova anche la dicitura Low Histamines indicando che è un vino con contenuto di istamine inferiore a 0,5mg/litro”.

Prossimi obiettivi?

“Vorrei arrivare ad ottenere vini Low Histamines biologici, sparkling e vinificati in legno, cosa non semplice soprattutto per gli ultimi due in quanto con i primi abbiamo a che fare con i lieviti e con i secondi con le muffe che si annidano nelle botti. Faccio un appello alle aziende vinicole che producono vini biologici, chi fosse interessato può contattarmi alla mia email. Magari un domani poter portare il progetto Low Histamines anche ad alimenti solidi visto che durante la mia ricerca ho scoperto che esistono diversi alimenti con alto contenuto di istamine”.

Per finire qualche nozione su quali sono le controindicazioni per una persona che soffre di istaminosi, intolleranza alimentare alle istamine nel consumare un vino specialmente rosso?

“I principali effetti indesiderati che può provocare un vino rosso normale a un intollerante alimentare alle istamine sono: mal di testa, emicranie, dermatiti, faccia rossa, problemi di stomaco. Inoltre ho scoperto, grazie alla collaborazione con medici, che chi soffre di coliti una delle cose che viene eliminata dalla dieta è il vino proprio per il suo alto contenuto di istamine”.

Si può quindi dire che alla base di molte intolleranze esiste uno scompenso di istamine, che può aggravarsi con l’assunzione di alimenti ad alto contenuto di istamine, come ad esempio il vino?

“Certamente, per meglio rispondere a questa domanda riporto la risposta di una intervista fatta tempo fa al Dott. Eugenio Franzero: più che uno scompenso di istamina, possiamo parlare di accumulo patologico di una sostanza che è normalmente presente nel nostro corpo, ma che oltre determinati livelli, essendo un mediatore chimico, porta allo scatenarsi di tutti quei sintomi di cui abbiamo parlato. Il vino è certamente uno di queste sostanze".

Puoi spiegare ai miei lettori cosa si intende per intolleranza alimentare e quale è la vera differenza tra intolleranza e allergia?

“Beh anche questa domanda andrebbe fatta più che a me a un medico nutrizionista esperto di intolleranze alimentari, ti rispondo anche attraverso una risposta di una vecchia intervista fatta al Dott. Franzero: le intolleranze si definiscono come “reazione avversa ad un alimento senza reazione immunitaria “, dentro queste parole è già spiegata la differenza sostanziale tra intolleranze ed allergie: nelle prime si ha una risposta del sistema immunitario cellulare, ovvero si attivano i leucociti, mentre nelle seconde avviene una reazione di carattere immunitaria, ovvero produzione di immunoglobuline. Anche da un punto di vista clinico, semplificando, possiamo dire che le manifestazioni delle intolleranze sono più sfumate, ma persistenti nel tempo, mentre nelle allergie i sintomi sono spesso violenti, ma di minor durata".

Quali sono le principali intolleranze alimentari?

“Grazie alla mia collaborazione con medici esperti di intolleranze alimentari ho scoperto, utilizzando sempre le parole del Dott. Franzero, che le più note sono l’intolleranza al glutine o meglio la malattia celiaca, intolleranza al lattosio, l’intolleranza all’istamina o istaminosi, quest’ultima ancora poco conosciuta al grande pubblico, ma assai frequente sia nella forma genetica, che in quella acquisita, ma spesso di difficile valutazione e diagnosi. Altre intolleranze relativamente frequenti sono quelle a uova, solanacee, composite".

Ringrazio Sebastiano Ramello per questa intervista con l’augurio che ci possa aggiornare al più presto riguardo la sua ricerca e vini Low Histamines. 

Per chiunque fosse interessato a saperne di più, sia per all’acquisto di un vino Low Histamines o valutare la possibilità di produrre un vino con queste caratteristiche, può contattare Sebastiano Ramello alla sua E-mail: info@lowhistamines.com oppure piemontewine@yahoo.it.

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