Giulia Esposito, un'artefice schietta e determinata per l'ottima cucina del Falsariga di Morciano

di Marco Valeriani 😊 - 

Giulia Esposito, al timone del "Falsariga" di Morciano di Romagna è un tipo schietto, determinato e diretto. Non si perde in chiacchiere inutili e non ama i giri di parole. In questa breve intervista, strappata a una pausa dai fornelli, si racconta con "audacia" e orgoglio. Come giusto sia!


- Giulia Esposito del Falsariga - 

Cuoca, cuciniera, Chef. I termini per chi si occupa professionalmente di enogastronomia non sono tutti uguali e non tutti sono sinonimo per capacità, competenze, dedizione. A quale si sente più affine e perché?


Si fa grande uso e abuso di questi appellativi perché fa molto figo, io non ne amo nessuno, ho scelto di fare il cuoco a 13 anni e tale rimango. E dico cuoco, perché le donne in cucina servivano solo a lavare i tegami. Per fortuna ora le cose sono un po’ cambiate.


Tanto lavoro e continue rinunce: chi è ai fornelli di un locale conosce meglio di chiunque altro cosa vuol dire abnegazione e concentrazione: la sua scelta è stata dettata o voluta?


L'ho deliberatamente scelto perché era la mia passione fin dalla tenera età. E, soprattutto, volevo un lavoro in cui gerarchia, rigore e meritocrazia la facessero ancora da padrone. In cucina non si mente e non si millanta, parlano i fatti e nient'altro che quelli.


Il suo piatto preferito e cosa non deve mai mancare in tavola…


Rosetta con la mortazza tutta la vita, e il vino ragazzi, il vino!


Siamo italiani e costantemente impegnati a declinare le nostre presunte conoscenze: è davvero così o ce le suoniamo e cantiamo da soli?


La cucina italiana è una perla, ma l'ho sempre vista come di casa, di pancia, quella cucina buona e confortevole di tua mamma o di tua nonna, che tagliano le cose nelle mani col coltello da tavola e non sul tagliere col trinciante, che passano i pelati al passa verdure e non col minipimer, che schiacciano le patate con la forchetta e mescolano il sugo con la cucchiarella di legno (che Borghese ha proibito… si può dire?) e non col leccapentole in silicone.... Per me ci sono più conoscenze in mia nonna che pesa ad occhio, e sa quando una cosa è cotta col dito o con lo spiedino, che in Carlo Cracco che ha macchinari, termometri e dispositivi che neanche la Nasa! Non me ne voglia il Sig. Cracco, ma la nostra è una cucina di casa che vuole trasmettere i sapori delle nonne senza diventare “mappazzoni” se vogliamo citare un altro Chef stellato!


In che modo hanno impattato sulla sua professione oltre due anni di pandemia: ha mai pensato di rinunciare?


Domandona da Oscar proprio: ci hanno devastati, indebitati e uccisi professionalmente, costringendoci a sacrifici eccessivi e a subire il peggio del peggio. Ha causato cambiamenti anche a lungo termine e la normalità a cui si è tornati non è quella di prima, ma una nuova normalità più povera e imbruttita. Ho pensato di mollare ogni giorno, ma la testardaggine e l'ostinazione hanno prevalso.


Il complimento professionale più bello mai ricevuto?


Sicuramente il  “... è più buono di quello di mia madre" , capita poco ma capita, lasagne, tagliatelle al ragù, strozza alle canocchie, trippa e tortellini in brodo sono i top 5.


Cosa non sopporta quando è sul posto di lavoro?


La superficialità con cui viene preso questo mestiere grazie alla grande opera di distorsione fatta dalla tivvù… tutti cuochi, tutti cuochi, poi durano quattro minuti e mezzo! E ovviamente il disordine.


Si definisca in tre parole.


Determinata, asociale, e come l’uomo di ferro del mago di Oz: una grande armatura con un cuore pieno di passione per il proprio lavoro.


E se oggi non fosse al timone del Falsariga sarebbe?


Probabilmente sarei sicuramente più serena ma la cucina è il mio mondo.



Foto: Sara Tordi, Unconventional Studio che cura per Falsariga la comunicazione Social

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